**Polemiche e dubbi sul Calippo Tour: tra costi, legalità e trasparenza**
Il Calippo Tour continua a suscitare polemiche, andando oltre le discussioni etiche per focalizzarsi su questioni legali ed economiche. Mentre ognuno è libero di scegliere come vivere e se pubblicare contenuti intimi su piattaforme a pagamento, emergono interrogativi più concreti: quanto costa partecipare al Tour? E quali garanzie vengono offerte ai partecipanti? Il programma *Le Iene*, attraverso un’inchiesta condotta dall’inviato Gaston Zama, ha cercato di far luce su questi aspetti, scoprendo un sistema complesso e poco trasparente.
Per accedere al Calippo Tour, Zama ha dovuto seguire un iter lungo e costoso. Il primo passo è stato l’iscrizione ai canali Telegram di Ambra Bianchini e Lovely Paolina, seguita da un abbonamento su OnlyFans, al costo di circa 16 dollari. Questo, tuttavia, rappresentava solo l’inizio: per sbloccare contenuti esclusivi, come chat private, foto e video, è stato necessario sostenere ulteriori spese. Fino a questo punto, non era stata fornita alcuna informazione sulla lista d’attesa per partecipare effettivamente al Calippo Tour.
La situazione si è complicata ulteriormente con la richiesta di 150 euro per una videochiamata preliminare. Dopo il pagamento, però, Ambra e Paolina hanno smesso di rispondere, lasciando Zama, e presumibilmente molti altri, senza alcuna risposta. Questo fenomeno di “ghosting” è stato confermato da altri utenti, che hanno segnalato esperienze simili. Inoltre, durante un’intervista a Mediaset, è emerso che le risposte automatiche nelle chat private potrebbero essere gestite da bot, sollevando dubbi sulla reale partecipazione delle ragazze nella comunicazione diretta con gli iscritti.
Le perplessità non si limitano ai costi o alle mancate garanzie di partecipazione. L’inchiesta de *Le Iene* ha portato alla luce l’esistenza di agenzie che potrebbero gestire i profili social e l’intero meccanismo del Calippo Tour, sfruttando la popolarità delle creator per generare profitti significativi. Questo sistema solleva dubbi anche dal punto di vista legale, specialmente per quanto riguarda il consenso degli utenti e la gestione del materiale riservato. Come sottolineato da un avvocato intervistato in precedenza, la mancanza di trasparenza potrebbe configurare violazioni di legge, soprattutto se i contenuti a pagamento vengono diffusi senza il consenso degli autori.
Il caso del Calippo Tour rappresenta un esempio di come il mondo delle piattaforme digitali possa essere terreno fertile per pratiche poco chiare, dove i confini tra libertà personale, business e legalità diventano sfumati. Nonostante il fascino che questi fenomeni esercitano su un pubblico vasto, è fondamentale interrogarsi su chi realmente tragga vantaggio da tali operazioni. Gli utenti, attratti dalla possibilità di partecipare a qualcosa di esclusivo, spesso si trovano a pagare somme considerevoli senza ricevere ciò che è stato promesso, alimentando un meccanismo che sembra sempre più orientato al profitto piuttosto che alla trasparenza.
In attesa di ulteriori sviluppi, il caso solleva una questione più ampia: è sufficiente la libertà di scelta individuale per giustificare ogni forma di intrattenimento online, o servono regole più rigide per tutelare gli utenti da possibili abusi?