L’uomo fermato è cognato di Michele Della Malva, che sposò Adilma Pereira Carneiro dopo averla conosciuta in carcere.
Morì nel 2011 in circostanze misteriose: secondo le nuove indagini ingerì un sacchetto contenente cocaina
La procura della Repubblica di Busto Arsizio ha emesso un fermo di indiziato di delitto a carico di Adilma Pereira Carneiro, la «mantide di Parabiago»,
e di un uomo residente a Milano, poiché ritenuti complici nell’omicidio di Michele Della Malva,
secondo marito della donna già in carcere poiché accusata di aver pianificato la morte del compagno Fabio Ravasio lo scorso 9 agosto a Parabiago inscenando un finto incidente stradale mentre la vittima rincasava in bici. L’uomo fermato (provvedimento che come si accennava ha riguardato anche Adilma Pereira Carneiro, che si trova tuttavia già in carcere in regime di custodia cautelare) ha 59 anni ed è il cognato di Della Malva che, secondo il pm di Busto Arsizio Ciro Caramore, sarebbe stato ucciso per un movente economico.
La misura restrittiva è stata eseguita nel pomeriggio di sabato da parte dei carabinieri di Legnano. Pereira Carneiro e Della Malva – sospettato di essere vicino alla criminalità organizzata calabrese -, si erano conosciuti nel 2006 quando entrambi erano detenuti (lei per traffico di droga) e si sono sposati non appena la donna è uscita dal carcere. Nel 2011, in libertà durante un permesso premio, Della Malva è morto in circostanze misteriose, a causa, sembrava ai tempi, di un malore. Ma dalle nuove indagini della Procura di Busto sarebbe emersa invece come causa di morte l’ingestione di un sacchetto di plastica contenente cocaina. Un punto di svolta che riapre il caso a 14 anni di distanza da quello strano decesso.

Nel frattempo il processo a Pereira Carneiro per l’omicidio Fabio Ravasio è cominciato lo scorso 27 gennaio dinanzi alla Corte d’Assise di Busto Arsizio. La donna, 49 anni, cittadina brasiliana, è di fronte ai giudici per rispondere di omicidio premeditato pluriaggravato. Con lei sono imputati il figlio Igor Benedito, che nella ricostruzione degli inquirenti era alla guida dell’auto che investì la vittima, Marcello Trifone, marito della 49enne che era a bordo della stessa auto, Fabio Oliva, meccanico e presunto ultimo amante di Adilma, il barista Massimo Ferretti, Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia della 49enne, Mirko Piazza, che secondo l’accusa fecero da palo al momento del finto incidente, e Mohamed Daibi, che si gettò a terra fingendo a sua volta un malore per bloccare il traffico e agevolare la fuga dell’auto (la Opel di Adilma, scopriranno poi gli inquirenti) dopo l’investimento di Ravasio.
Una storia che dunque, a prescindere dalla prima svolta dovuta agli arresti dello scorso agosto e dall’esito del processo in corso di svolgimento a Busto Arsizio, si arricchisce di un altro tassello.